L'Umbria, come il Veneto e le Marche, e' tra le regioni in cui il numero degli immigrati e' in calo: lo attesta il rapporto Caritas-Migrantes presentato stamani a Roma, secondo il quale in Umbria, particolarmente significativo e' l'aspetto del lavoro che vede gli immigrati, nel secondo trimestre 2015, con la maggiore percentuale di occupati (54,6%) rispetto agli italiani (45,4%) e meno inattivi (il 30,7% contro il 50,7% degli italiani), perche' piu' disponibili a svolgere lavori "pesanti" nei settori agricolo, edile e dei servizi vari. A sottolinearlo e' la Caritas dell'Umbria, in un comunictao in cui specifica che gli stranieri occupati in agricoltura sono il 7,5%, mentre gli italiani appena il 2,1%, nel settore edile il 12,5% contro il 6% degli italiani e nei servizi il 64,2% contro il 54,2%. Altro aspetto rilevato dal Rapporto, per quanto riguarda l'Umbria, e' la scuola. Nell'anno scolastico 2014-2015 gli alunni di famiglie straniere che hanno frequentato gli istituti scolastici della regione sono stati 17.463, con un'incidenza del 14,2% sulla popolazione scolastica complessiva, in leggero aumento rispetto all'anno precedente (+0,7%). Gli studenti nati in Italia sono il 58,2% e quelli nati nei Paesi di origine il 41,8%. La popolazione scolastica immigrata e' cosi' distribuita: scuola d'infanzia 21%, primaria 33,3%, secondaria di primo grado 21% e secondaria di secondo grado 24,7%. In particolare su giovani e famiglie si concentrano i progetti di integrazione messi in campo dalle Caritas diocesane umbre in collaborazione anche con le istituzioni civili. Si va dal progetto "Cittadini del Mondo" di Foligno e alle tante iniziative di doposcuola e laboratori linguistici offerte da parrocchie e oratori un po' in tutte le otto diocesi della regione. Ad esempio a Ponte San Giovanni di Perugia, il doposcuola della Caritas parrocchiale e' frequentato da 72 alunni di ben 22 nazionalita' diverse. Anche sul fronte lavoro e del sostegno materiale alle famiglie che hanno perso il lavoro per la crisi, le Caritas diocesane hanno messo in campo aiuti concreti, con il sostegno delle Fondazioni Casse di Risparmio e di diverse realta' imprenditoriali, come il "Fondo di Solidarieta'" e gli "Empori di Solidarieta'". Ad esempio la Caritas di Spoleto, in particolare nel comune di Trevi, ha previsto anche per alcune famiglie immigrate la possibilita' di ricevere in concessione gratuita piccole porzioni di terreno agricolo da coltivare come orti per l'autoproduzione di beni primari.
Gubbio/Gualdo Tadino
05/07/2016 17:15
Redazione