"Nello scenario di distruzione e di morte dell’inutile strage i nostri soldati eugubini, nel 1917, sulla linea di un fronte difficilissimo quale era il Col di Lana, incuranti del pericolo, vollero fare la Corsa dei Ceri, non come semplice rito esorcizzatore della guerra ma come simbolico disegno alternativo alla guerra; disegno di festa, disegno di vita, disegno di mutua concordia e di pace”.
La parole sono tratte dall'omelia del Vescovo emerito Pietro Bottaccioli che nell'agosto 2007, in occasione dei 90 anni dalla Festa dei Ceri sul Col di Lana, volle salutare con una riflessione di straordinaria profondità quel gesto, quella ricorrenza, quel luogo così simbolicamente forte e vicino ai sentimenti degli eugubini.
Parole tornate alla mente in questi giorni sulla scia emotiva del cordoglio per la scomparsa del presule eugubino, ma attuali anche alla luce dei preparativi in corso per la cerimonia del centenario che si svolgerà nel prossimo mese di agosto in cima al Col di Lana. Stavolta con la presenza di Ceri realizzati appositamente per la ricorrenza, con il legno messo a disposizione dagli alpini del Col di Lana, che hanno ormai con Gubbio un rapporto di amicizia solido, al di là del gemellaggio istituzionale firmato nel 2013 a Palazzo Pretorio. Lunedì prossimo si svolgerà una nuova riunione del Comitato organizzatore, presieduto dal sindaco Stirati, di cui fanno parte le istituzioni ceraiole, dall'Università Muratori alle famiglie al Maggio Eugubino, con la Diocesi e ovviamente con l'associazione Eugubini nel mondo, prima promotrice di questa iniziativa, che ogni anno prende parte alle celebrazioni dell'anniversario della grande mina proprio ad agosto.
E in questi giorni il presidente del sodalizio, Mauro Pierotti, ha voluto ricordare proprio le parole di Bottaccioli pronunciate su una delle vette più tristemente celebri della Grande Guerra, dove migliaia di giovani trovarono la morte durante gli assalti, fino all'esplosione della grande mina nell'aprile del 1916.
“I Ceri pur riallacciandosi in qualche modo a storie lontane e oscure hanno accolto di fatto il messaggio ubaldiano di pace e di fraternità dalla tradizione cristiana e lo esprimono in grande allegrezza – disse Bottaccioli 10 anni fa di fronte al sacrario di Pian de Salesei - Hilariter, secondo la bolla di canonizzazione del Santo Patrono.
Così, se ogni eugubino sente i Ceri nella sua più profonda sensibilità personale, nel suo DNA, pure non può viverli individualmente. I Ceri sono una grande sinfonia sociale. Non è lo sforzo isolato di qualcuno che li fa volare verso la meta ma la sinergia di tutti: dai portatori ai braccieri, da chi corre avanti acclamando, dagli anziani e dai malati che dalle finestre incoraggiano”.
Parole che suonano quasi come profetiche anche in vista dell'organizzazione del centenario dei Ceri sul Col di Lana, dal quale ci si attende il positivo contributo di tante realtà associative cittadine. I Ceri, realizzati da artigiani volontari eugubini con il legno delle montagne dolomitiche, avranno una forma simile a quella ancora oggi apprezzabile dalle 4 fotografie risalenti al 15 maggio 1917, mentre i santi saranno realizzati dall'esperto Demetrio Bellucci, già autore dei santi dei ceri mezzani e dei santi della corsa di Jessup in Pennsilvannia. Le strutture lignee saranno poi collocate definitivamente in un luogo del Sacrario, a perenne ricordo di quella pagina di folclore, e in fondo anche di vita, voluta e promossa con la spontaneità tipica degli eugubini in un contesto difficile come quello della guerra.
Gubbio/Gualdo Tadino
27/01/2017 08:52
Redazione