Replica dela presidente della Comunanzan Agraria Appennino Gualdese, Nadia Monacelli, all'articolo apparso sulla testata del Corriree della Sera a fiorma di Sergio Rizzo, in cui veniva raccontata la diatriba giudiziaria tra Rocchetta spa e Comunanza Agraria sul rinnovo della concessione di prelievo delle acque minerali.
Rizzo definiva "medievale" l'istituto della Comunanza Agraria , sottolineando come il suo ricorso al Tar stesse bloccando un investimento da 30 milioni di euro. di seguito la lettera.
"Gentile Dottor Rizzo,
ho letto stamane il suo editoriale sulla "Associazione per il pascolo libero" che bloccherebbe milioni di investimenti di Rocchetta S.p.A., addirittura meritevole di un richiamo in prima pagina.
Mi ha molto stupito il fatto che un giornalista noto per occuparsi di soprusi perpetrati dai potenti a danno dei più deboli si occupi delle questioni di una multinazionale, con innegabili grandi mezzi economici, senza aver interpellato l'altra parte.
E l'altra parte è l'intera comunità degli abitanti di Gualdo Tadino, effettivi proprietari della terra oggetto della concessione. L'Ente Comunanza Agraria rappresenta la pluralità dei proprietari ed ha il possesso e la gestione delle terre.
Il dominio collettivo, che non è un "medievale diritto" come da lei erroneamente etichettatto, è una reale forma di Proprietà, la terza garantita dall'ordinamento giuridico Italiano.
Un solo gualdese, in qualità di proprietario del fondo ed usufruttuario perpetuo, avrebbe da solo potuto fare tutto quello che fino ad ora ha fatto la Comunanza.
La legge, che scaturisce dalla natura delle nostre terre, impone alla Comunanza Agraria di difendere un patrimonio intergenerazionale che resta sul posto e deve essere trasmesso alle generazioni future.
Il ricorso al TAR?
1- Assente la procedura di gara ad evidenza pubblica per la proroga di concessione di acqua minerale, costituzionalmente dovuta per ogni concessione pubblica ed a maggior ragione doverosa su una terra collettiva (senza contare che il confronto in gara avrebbe potuto portare anche ad un numero maggiore di posti di lavoro).
2- Presunte occupazioni di suoli senza titolo e senza indennizzo per la collettività.
3- Prelievi raddoppiati di acqua rispetto a quelli attuali assentiti dalla regione Umbria con un rinnovo automatico per altri 25 anni, senza alcun studio di bacino previsto dalla Legge con il Piano di Tutela delle acque.
4- Risistemazione dei luoghi disastrati da un 'alluvione del 2013: non è gentile concessione che Rocchetta fa agli abitanti di Gualdo a fronte di più corposi prelievi di acqua, ma un obbligo posto a carico del concessionario come manutenzione straordinaria, tanto più che sono state riscontrate omissioni nei lavori di messa in opera delle conduttore i quali potrebbero aver amplificato i danni ad una valle che era incantevole.
Forse valeva la pena sentire l'altra parte.
Sicuramente le avrebbe permesso di avere una più ampia visione anche sapere che solo qualche anno fa, sempre sui nostri monti, con ricorsi vinti al TAR e confermati fino al Consiglio di Stato, per molte delle motivazioni sopra riportate, sono stati condannati medesimi attori privati e rappresentanti di Enti Pubblici, in una sorta di amaro copia/incolla.
Ci sono in atto procedure e non vogliamo intervenire nel tentativo di forzare la discussione, ma le trattative qui trovano una chiusura definitiva.
Non accettiamo condizionamenti di alcun genere e continueremo a dissociarci dal capitale e dai suoi portavoce che gettano discredito sulle istituzioni".
Gubbio/Gualdo Tadino
01/04/2017 10:42
Redazione