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C.Castello. Camping "la Montesca": consiglio d'accordo sulle priorita'.

C.Castello. Camping "la Montesca": consiglio d'accordo sulle priorita'. Prevalga il buon senso e apertura prima possibile.

Sintesi. Su richiesta di un quinto dei consiglieri, a norma di regolamento, il consiglio comunale di Città di Castello ieri, lunedì 20 febbraio, si è riunito in una seduta aperta agli esterni per parlare del futuro del camping La Montesca. La struttura, assegnata sulla base di un bando della Agenzia Forestale della Regione Umbria (Afor) a Michele Marconi, non è stata aperta nella stagione 2016, perché, secondo la documentazione prodotta dal gestore, presenta situazioni di non conformità dal punto di vista dell’impiantistica, delle strutture, dell’assetto idrogeologico e sismico. I campeggiatori tifernati, molti dei quali stagionali da oltre trenta anni, da allora sono mobilitati perché riapra e da ultimo per riaffermare la regolarità di tettoie e manufatti apposti alla roulotte. In Consiglio le diverse posizioni si sono confrontate per giungere ad una convergenza su due parole d’ordine: “Comporre gli interessi e riaprire il camping prima possibile”. Sul resto molti distinguo relativi alla responsabilità delle istituzioni, fortemente sottolineata dalle opposizioni, e alla necessità, rivendicata dalla maggioranza, di una gestione diversa per evitare il declino già visibile della struttura. In questa visione introdurre un approccio imprenditoriale e non sociale, come finora, è un modo per permettere ai campeggiatori storici di mantenere la loro “finestra sulla città” in condizioni di piena regolarità e sicurezza.

Gli interventi. “Questo consiglio è un risultato delle forze di opposizione, che hanno permesso di affrontare in una seduta aperta la questione del camping La Montesca” ha detto Vincenzo Bucci, consigliere di Castello Cambia “Il regolamento prevede che a fronte di una richiesta di un quinto dei consiglieri l’assise venga convocata d’ufficio. Abbiamo più volte chiesto chiarimenti per scongiurare il prolungamento della chiusura ma l’assessore non ha mai risposto né ha rispettato l’impegno di tenere informaci. Sappiamo che sono stati effettuati incontri con Afor, campeggiatori, interessati ma il consiglio è stato tenuto all’oscuro. Alcuni eventi sono noti, tra i quali la denuncia da parte dell’Amministrazione dei campeggiatori, trattati come abusivisti. State scaricando su cittadini innocenti, gestendo la vicenda in modo muscolare, che allontana un esito favorevole a tutti. Verificheremo la regolarità delle condizioni e delle strutture. Mi auguro che questa sera vengano indicazione per superare l’empasse”.

Gli interventi esterni. Tre gli interventi esterni previsti, due dei campeggiatori ed uno del gestore: Luigi Buriani, campeggiatore, si è rivolto al consiglio dicendo “Il nostro campeggio va salvato e deve essere aperto il prima possibile. Con pazienza abbiamo creduto a Afor e Amministrazione che prima delle elezioni avevano garantito l’apertura nell’estate 2016. Sono 30 anni che è punto di riferimento per tifernati e stranieri. Oggi è chiuso ed è in degrado. Noi stiamo subendo le conseguenze di atti degli stessi uffici che ci avevano autorizzati. Non vogliamo sanatorie, non abbiamo fatto abusi. Le porte si sono aperte solo per i consiglieri comunali in vista del consiglio. Non abbiamo potuto neppure effettuare la manutenzione dei manufatti privati che subiranno danni irreversibili. Nonostante le promesse mancano i fatti. Siamo pronti a legarci alle casine e alle roulotte e a denunciare a livello nazionale la questione. Il nostro campeggio va salvato e deve essere aperto il prima possibile”.

Un altro campeggiatore, Giovanni Spelli, ha tracciato la storia del camping, vista dalla parte dei campeggiatori, che dal “1975 hanno sostenuto battaglie per salvaguardare la destinazione. Quando doveva essere inglobato nel Centro europeo per l’Ambiente senza rispettare il vincolo del barone Franchetti, raccogliemmo 3000 firme per bloccare il progetto. Allora trovammo un accordo e costruimmo il bar, i bagni e il ristorante senza chiudere neanche un giorno. Purtroppo il succedersi di gestioni annuali, provocò un degrado del campeggio, che noi rappresentammo al sindaco per non perdere un patrimonio turistico e sociale della città. Il 2016 avrebbe potuto essere un anno intermedio per rilanciare la struttura ma nel frattempo l’Afor ha pubblicato il bando per la gestione, assegnato prima a Alessio Dottorini, poi dopo la rinuncia, a Michele Marconi, che per motivi di impiantistica e sicurezza ha chiuso il campeggio, anche a causa dei manufatti, a tutti noti e su cui nessuno ha sollevato rilievi. Nonostante questo siamo stati denunciati tutti”.

L’assessore.”Da quando, agosto scorso, la situazione è nota, ci siamo adoperati per mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti e trovare un punto di accordo” ha detto l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini: “Gli uffici nel frattempo si sono attivati per il controllo della documentazione e delle strutture. A novembre ci siamo aggiornati con i campeggiatori per visionare la documentazione dalla quale è derivata la denuncia come atto d’ufficio. Durante il periodo di Natale sono state individuate le irregolarità di casette e tettoie, non coperte da autorizzazioni ufficiali o non conformi alle prescrizioni del vincolo ambientale. Abbiamo lavorato perché gli interessi di tutti fossero tutelati. Il camping è una risorsa importante per la città e dobbiamo trovare una soluzione per utilizzare il luogo il prima possibile. Le gestioni, annuali, stavano causando problemi e avrebbero dovuto essere superate comunque. L’Amministrazione comunale non ha fatto prove di forza ma di dialogo, ponderando a lungo per potere aiutare i campeggiatori e chi doveva investire.

Il dibattito. “Le casine e le tettoie ci sono dal 2007, perché ve ne accorgete nel 2017?” ha chiesto Marco Gasperi, capogruppo Movimento Cinque Stelle, “Chi paga i campeggiatori e l’investimento dell’attuale gestore?”. Vittorio Morani, capogruppo Psi, ha sostenuto di portare un contributo di mediazione: “Sono campeggiatore e so cosa vuol dire. Dobbiamo trovare una soluzione indolore per il camping, meta di tantissimi turisti. Nel tempo non è stato rilanciato: oggi la convenzione ha durata adeguata (nove anni) e deve riaprire dopo due anni di completo abbandono. Se anche nel 2017 non aprisse Regione e Afor devo riprendere in mano la gestione. Ricorrere alla magistratura è un errore”. Il capogruppo della Lega Nord Riccardo Augusto Marchetti ha ribadito la responsabilità politica “di chi non si è accorto delle irregolarità. La magistratura ormai non si può fermare. Dobbiamo tutelare anche la parte chi ha fatto l’investimento, che ha tutto l’interesse a riaprire”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, ha dichiarato di condividere i “valori della socialità del campeggio, ma a La Montesca da anni c’era malumore per la gestione. E’ una risorsa turistica da valorizzare. Troppe volte ho sentito parlare di abusivismo: è un’accusa da verificare. Sotto questo profilo la parola deve essere risolvere con il buon senso. Non dobbiamo dipingere l’Amministrazione come persecutrice”. Per Zucchini una road map: “verificare con Afor la situazione in modo puntuale, riaprire, che è la parola d’ordine, portare avanti il piano industriale parallelamente alle operazioni di sanatoria. Questo mi sembra lo spirito anche delle parole dell’assessore, evitando strumentalizzazioni”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha sostenuto “il mondo del campeggio La Montesca, fatto di socialità e relazioni informali, è finito perché deve essere gestito con criteri imprenditoriali per rispettare le norme di sicurezza. A suo tempo chi ha dato l’autorizzazione, sia il dirigente comunale che il sindaco l’hanno fatto con leggerezza e questo non assolve i campeggiatori. Faccio appello al gestore di distendere gli animi e ai campeggiatori di comprendere che quella stagione è finita”. “Dietro la vicenda del campeggio c’è una modo di fare politica con la pacca sulla spalla” ha detto Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, “oggi non è possibile farlo. Chi promette di non vedere per avere il voto, mette il cittadino a repentaglio, come in questo caso. Se ci sono delle mancanze da parte dei campeggiatori, dall’altro c’è la responsabilità di chi doveva controllare e consigliare ma non l’ha fatto. La denuncia è stato un atto vigliacco. L’Amministrazione deve ammettere le sue responsabilità e tutelare i campeggiatori”. Per il Pd è intervenuto anche il consigliere Luciano Tavernelli: “Abuso edilizio è la trasformazione illecita di uno spazio urbanistico, senza autorizzazione. In senso letterale non si è verificato abuso al camping La Montesca. Dobbiamo invece verificare la regolarità delle strutture. Già nel ‘94 la legge regionale autorizzava tipologie come le tettoie e le casette per un 20 per cento delle piazzole”. Tavernelli è entrato nel dettaglio delle normative che regolamentano i manufatti nei campeggi, concludendo che nel caso tifernate “non ci sono irregolarità perché l’autorizzazione del dirigente era circoscritta ai termini della legge. Regolarizziamo dove c’è bisogno, abbassiamo i toni e apriamo immediatamente il campeggio”.

Il gestore. Michele Marconi, attuale affidatario della convenzione per la gestione del campeggio La Montesca, è intervenuto precisando “di non essersi rivolto alla magistratura ma ad Afor ho fatto presente che gli impianti elettrici non erano a norma e il ristorante non è autorizzato così come la piscina. Alcuni campeggiatori sono vittime come lo sono io. La realtà e che ci sono abusi derivati da situazioni che non commento e non possono prendermi la responsabilità di aprire queste strutture. Con il buon senso credo che si possa far bene, perché il patrimonio è inestimabile. Che gli impianti non siano regolari lo certifica il comune dicendo che ci sono evenienze di sicurezza generale, idrogeologica e sismica. I consiglieri hanno visto il degrado del tempo e le manomissioni: al proprietario del camping ho pagato oltre 21mila euro e nonostante questo non posso aprire”. Valerio Mancini, consigliere della Lega Nord, ha auspicato una presenza più frequente dei cittadini dentro l’aula del consiglio e invitato ad assumersi le proprie responsabilità sia le istituzioni locali che regionali. “Oggi parliamo apertamente della questione ma la soluzione deve trovarla chi comanda, mettendo in tempi rapidi intorno ad un tavolo proprietà, gestore, campeggiatori, istituzioni”. Michele Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha chiesto se “dopo le parole di Marconi il lodo abusivismo di Zucchini e Tavernelli sia caduto da solo. Ci sono tre attori: il gestore investe per sé e per tutti e deve farlo in sicurezza, i campeggiatori sono stati denunciati da chi gli ha permesso in passato di agire in liberti comune, amichevole e garantista prima delle elezioni che, dopo, diventa nervosa, politicamente omertosa e vile. Basta con lo scaricabarile. Il comune, ha dimostrato di non sapere fare una politica all’altezza dei beni comuni, soprattutto se hanno una storia come il patrimonio del barone Franchetti”. Ricostruendo la genesi della vicenda, il sindaco Luciano Bacchetta ha detto che “non c’è prova muscolare né via giudiziaria. Mi assumo le mie responsabilità quando ci sono. L’Amministrazione da anni chiedeva alla Regione di indire un bando annuale per gestione che non poteva svolgere in economia. Tale brevissima durata ha bloccato gli investimenti e i campeggiatori hanno cominciato a lamentarsi. Da qui l’Afor ha optato per un’ipotesi pluriennale. Noi imponevano tariffe sociali e la gestione non era appetibile ma su un periodo più lungo l’attività avrebbe potuto diventare remunerativa. In questo contesto è nata la richiesta di Afor per procedere alle verifiche sulle strutture che dovevano corrispondere ai criteri della autorizzazione, temporanee e rimovibili. Da qui in poi dobbiamo lavorare insieme, sperando che il gestore non si ritiri, proseguendo un dialogo che abbiamo già aperto e che non sarebbe stato un rappresentante della minoranza a certificare. Occorre buon senso per trovare una soluzione intelligente che tuteli gestore e campeggiatori anche nella memoria del barone Franchetti. Dobbiamo tenere insieme le aspirazioni dei campeggiatori e un gestore disponibile ad investire, perché attualmente non ne esistono molti”. Conclusione. “Speravo che dal consiglio emergesse una strada per riaprire il campeggio” ha concluso Vincenzo Bucci, in quanto proponente l’ordine del giorno: “Questo campeggio è stato gestito sempre dall’Amministrazione comunale tramite Sogepu. Non avete coinvolto le minoranze: io ad esempio non conosco il piano aziendale. Sono previsti bungalow? Il campeggio non riaprirà nei prossimi mesi: il punto è questo. Il campeggio deve tornare in commissione e il consiglio comunale riappropriarsi della questione”. Il sindaco Bacchetta si è detto d’accordo sulla commissione con il gestore per illustrare il piano industriale: “La politica arriva fino a un certo punto: non possiamo pensare ad una gestione assembleare della struttura. Il nostro tentativo è mettere insieme gli interessi del gestore e quello dei campeggiatori. Una gestione politica dei costi del campeggio non è più pensabile ed è alla base delle difficoltà della struttura e del servizio”.

 

Città di Castello/Umbertide
21/02/2017 13:43
Redazione
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