72 anni dall'eccidio dei 40 Martiri, Gubbio ha ricordato

Gubbio si è fermata per ricordare il 72° anniversario dalla strage dei 40 Martiri, avvenuta il 22 giugno 1944. Momento culminante, la consueta messa di suffragio officiata da Don Fausto Panfili, vicario generale della diocesi eugubina. Parterre di autorità, dal Sindaco di Gubbio Filippo Stirati al presidente del consiglio comunale Giuseppe Biancarelli, l'Assessore regionale Fernanda Cecchini con il consigliere Andrea Smacchi, il neo-presidente della famiglia dei 40 Martiri Laura Tomarelli, il Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi Jacopo Carucci, autorità militari e rappresnetanze delle associazioni. Opsite il Comune di Scheggia e Pascelupo. La giornata era iniziata alle 6:30, l'ora del eccidio, con una messa celebrata dal vescovo Mario Ceccobelli ed è proseguita con il corteo che da Piazza 40 Martiri ha toccato l'Edificio Scolastico, luogo in cui le vittime vennero tenute in ostaggio, per giungere infiene al Mausoleo. Il muro dell'eccidio è stato adornato dagli studenti delle scuole medie di 40 rose rosse e candele per ommaggiare ognuna delle vittime indicandone il nome. Il dovere della memoria nelle parole delle istituzioni prima di fare ingresso nel Mausoleo, dal sindaco Stirati all'assessore regionale Cecchini, l'impegno di promuovere il ricordo in quelle delle famiglie dei 40 Martiri rappresentate dalla presidente Tomarelli che proprio quest'anno ha assunto il ruolo di rappresentanza, per anni ricoperto dal sempre presente Marcello Rogari . Don Fausto Panfili, nella sua omelia, ha ricordato le vittime della strage lanciando il suo monito: "Ogni volta che si calpesta un uomo, si calpesta l'immagine di Dio in quanto Dio lo ha cerato a sua immagine e somiglianza". Una strage quella quei 40 martiri di Gubbio che rappresenta per l'Umbria il più grande sacrificio in termini di numero di vittime che la Regione possa contare negli anni della ritirata nazista. I fatti presero avvio il 21 giugno 1944 dall'uccisione in un bar di Corso Garibaldi di due ufficiali tedeschi; ne seguì una rappreseglia dove 80 furono le persone rastrellate in città e nelle campagne, di cui 40 scavarono la fossa, 40 vennero uccisi. Si apprende proprio oggi, grazie ad una testimonianza scritta, inviata alla redazione di Trg, dal gualdese Dino Pezzopane che esistono delle correlazioni tra la strage dei 40 Martiri e l'eccidio consumato l'11 giugno 1944 ( solo 11 giorni prima di Gubbio ) a Onna in provincia dell'Aquila. Il generale Hans Boelsen, lo stesso che ordinò l'eccidio dei 40, fece trucidare 17 persone nel piccolo comune abruzzese come reazione al furto di un cavallo. Morì anche il fratello, non ancora diciottene, di Dino ( all'epoca dei fatti la sua famiglia viveva in quel paese), si chiamava Pasquale, in una rappresaglia che non fece distinzione tra ragazzi o meno, donne o uomini. 'Resta un fatto – conclude amaramente nella sua lettera Dino Pezzopane - Per le stragi naziste in Italia quasi nessuno ha pagato".