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"Tracce di memoria": in rete i luoghi simbolo tifernati degli eccidi civili durante la Seconda Guerra Mondiale

"Tracce di memoria": in rete i luoghi simbolo tifernati degli eccidi civili durante la Seconda Guerra Mondiale. L'iniziativa di "adozione" di un monunento della memoria storica e' sostenuta dal Consiglio comunale di C.Castello.
Adotta un monumento alla memoria storica: così può essere sintetizzato il progetto “Tracce della memoria”, che a Città di Castello mette a rete tutti i luoghi dove si sono verificati eccidi civili durante la Seconda Guerra mondiale.
“Un percorso di testimonianza dei valori democratici che hanno permesso all’Italia di liberarsi dalla dittatura nazifascista grazie al sacrificio della vita di partigiani e cittadini comuni, vittime della violenza bellica” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta, durante la presentazione in Consiglio comunale, e definendo l’iniziativa “positiva, nel solco più ampio dell’attivismo dell’istituto Gabriotti sul fronte educativo per la conservazione della memoria della città. Partendo dal ruolo del martire antifascista, l’istituto ha sviluppato la sua missione nel recupero della memoria. Consegnare alle nuove generazioni il messaggio di quanto che è accaduto e del perché oggi siamo qui in una repubblica democratica, con tanti limiti, ma che riesce ancora ad incarnare i valori per cui Gabriotti è morto. Tracce della memoria ha il merito di allargare a tutto l’associazionismo la conservazione della memoria, permettendo all’istituto di essere inclusivo e di comunicare senza rinchiudersi in un mondo di esperti ed appassionati. L’impegno dell’Amministrazione comunale è confermato perché la storia in questo caso non serve per affermarsi nel dibattito del presente ma per ribadire le ragioni della democrazia”.
Tracce della memoria è sostenuta dal Consiglio comunale di Città di Castello che, tramite il presidente Vincenzo Tofanelli, ha parlato di un’opera di “adozione diffusa, che coinvolge tutte le realtà del comune nella trasmissione della memoria attraverso presidi concreti e fatti vicini alla realtà dei giovani. Ne parleremo anche negli incontri che stiamo facendo con gli studenti sul funzionamento degli organi istituzionali cittadini”. Ursula Masciarri, consigliere comunale, rappresentante del Gabriotti per il Comune e redattrice del regolamento per la gestione dei vari siti, ne ha illustrato alla platea le linee: “Il comune darà patrocinio e coordinamento istituzionale, l’assistenza e la manutenzione dei vari cippi. Le risorse sono quelle della Presidenza. L’Istituto Gabriotti coordinerà dal punto di vista culturale, fornirà informazioni di natura storica e curerà la conservazione della memoria. Scuole, associazioni, società rionale e pro-loco avranno il compito di vigilare sui monumenti. “Vogliamo mettere in rete le tracce della memoria perché il passo successivo è quello di coinvolgere anche i comuni limitrofi umbri e toscani” ha detto Alvaro Tacchini, presidente dell’Istituto di storia politica e sociale “Venanzio Gabriotti”, portando alla platea il saluto di Mario Tosti, presidente dell’ISUC, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea. “A Città di Castello c’è una cogestione virtuosa di pubblico e privato della memoria molto rara, a partire dal 9 maggio, giorno del supplizio di Venanzio Gabriotti, che è un’occasione di commemorazione cittadina molto sentito e solennizzato” ha aggiunto Tacchini, nel delinerare l’itinerario molto articolato e facendo una conta di vittime, a distanza di quasi un secolo, ancora impressionante. “Alcuni morirono per cannoneggiamento, altri per rappresaglia o deportazione, altri ancora per tragici scontri in campo aperto. Tutti devono essere ricordati perché hanno pagato un tributo di sangue alla nascita della democrazia”. In primo piano nel progetto le scuole, elementari e medie, che “hanno un radicamento nel territorio e possono adottare un monumento significativo per la memoria della comunità di riferimento”. Cippi, monumenti, targhe punteggiano questo percorso: San Secondo, San Pietro a Monte, Pian di Bruci, Villa Santinelli, l’ulivo di mons. Beniamino Schivo, fino al parco Venanzio Gabriotti presso la Scatorbia o gli Zoccolanti, dove sono morte 9 persone per lo scontro diretto tra gli eserciti. I siti sono una sintesi di memoria e di testimonianza, luoghi parlanti con i quali i giovani possono creare una relazione grazie anche al coinvolgimento delle comunità locale. L’istituto sarà mobilitato per raccontare le storie dei siti: la prima sarà quella dell’eccidio di Villa Santinelli, un evento tragico che coinvolge sia Città di Castello che Sansepolcro”.
La Mappa della memoria. L’itinerario è punteggiato da: il Greto del torrente Scatorbia sul luogo della fucilazione di Venanzio Gabriotti, ricordato anche nella Piazza che porta il suo nome, in via San Florido, dove abitava, e con il busto nei Giardini di viale Vittorio Emanuele Orlando, dove si trova anche la stele commemorativa della Resistenza, solennizzata il 25 aprile, giorno della Liberazione; in via Guelfucci la lapide in memoria di Fabio Pedoni; sotto il loggiato della Pretura la lapide in memoria del pretore Celso Ragnoni; lungo le mura all’altezza del Seminario Vescovile la lapide in memoria delle vittime civili decedute nell'ospedale di emergenza del Seminario; al giardino dei Frontoni la lapide e ulivo in ricordo di mons. Beniamino Schivo; nel giardino di porta San Florido il monumento ai martiri della Resistenza del rione; al cimitero la cappella dei Martiri della Libertà e la lapide commemorativa di Stelio Pierangeli e monumento ai caduti; nella chiesa di San Domenico la lapide commemorativa dei caduti di tutte le guerre e Ara della Patria; passando alle frazioni: a San Paterniano - Meltini la lapide in memoria delle vittime della strage di Meltini; a San Secondo il monumento in memoria delle vittime del bombardamento e il monumento ai caduti; a Bivio di Lugnano - Pompanano  la cappella e lapide commemorativa della strage di Pian dei Brusci; a Badia Petroia la lapide in memoria delle vittime dei nazi-fascisti; a S. Pietro Monte - Villa Santinelli la lapide in memoria dei partigiani fucilati a Villa Santinelli; nel cimitero di S. Pietro a Monte la lapide in memoria dei partigiani fucilati a Villa Santinelli; a Lerchi il monumento ai caduti e alle vittime civili. Ed inoltre: a porta Santa Maria la lapide toponomastica commemorativa della Liberazione, in via Ferrer la lapide in memoria della distruzione dell'edificio in un bombardamento; in via delle Terme la lapide in memoria della distruzione del ponte del Gorgone; a Trestina il cippo in memoria dei caduti militari; a Lugnano il monumento ai caduti; ci sono anche tracce della Memoria da aggiungere: a Belvedere la fucilazione del partigiano Valentino Guerra; nel convento degli Zoccolanti, a Canoscio, a Morra le vittime civili del passaggio del fronte.
Il dibattito. Massimo Belardinelli, dirigente del Primo Circolo Didattico San Filippo, è intervenuto annunciando l’intenzione del sindaco di Giustino, dove Gabriotti fu ufficiale durante la primo guerra mondiale, di tornare per il 9 maggio, essendo rimasto molto colpito dalla commemorazione. “San Secondo fa scuola, per così dire, perché garantisce la continuità dell’intervento e l’inserimento come punto di partenza della didattica sul tema della cittadinanza attiva”. Durante l’incontro alcuni animatori storici del Gabriotti hanno commentato l’iniziativa nell’ottica dell’istituto, come il socio storico Ignazio Zangarelli, o aggiunto particolari inediti, ad esempio sul Polacchino, intestatario di una delle vie più frequentate della città. Dario Guerrini, che se ne sta occupando, ha parlato della sua ricerca in Italia e in Polonia, da dove veniva questo giovane, molto legato ai partigiani locali e morto in uno scontro a Pietralunga. Era un militare della Wermart, forse si chiamava Enrico, aveva 19 anni e decise di disertare quando a Cassino si trovò contro i suoi connazionali. Evaso dal carcere di Ancona, incontrò i militanti della San Faustino e così cominciò la sua storia in Alta Valle del Tevere. “Bene la collaborazione tra comune, istituto, pro-loco, società rionale e scuole perché mette a rete la memoria e le risorse per conservare questa memoria” ha concluso sul vicesindaco Michele Bettarelli: “Città di Castello non è all’anno zero. Ci sono già tante iniziative ma manca il filo conduttore che Tracce della memoria ci aiuterà a riannodare”.
Città di Castello/Umbertide
20/02/2017 08:54
Redazione
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