Appartiene a una generazione passata la memoria cinematografica della bellissima Madeleine Fischer, scomparsa ieri nella sua dorata Gubbio dopo anni spesi a combattere un male che le aveva perfino fatto desiderare l' eutanasia nella sua terra natale, la Svizzera. Eppure il ricordo di questa donna forte, dai tratti minuti e la volontà di ferro attraversa molti momenti dell' Italia di ieri e di oggi.
Un personaggio entrato nella storia del cinema grazie a Michelangelo Antonioni, ma che ha scelto di vivere a Gubbio molti anni fa, nella zona di S.Cristina. E che nel 2002 entrò per alcuni mesi a far parte anche della grande famiglia di TRG, collaborando con Alessandro Campanella e Gerolamo Malingri, alla produzione della fortunata serie di varietà "Specchio delle mie brame", un format diventato cult nell'archivio di TRG.
Nata a Romanshorn il 12 novembre del 1935 da un industriale elvetico e da una mamma italiana, professoressa di tedesco, Madeleine si forma alla scuola del padre da cui erediterà il gusto dell' impresa e l' oculatezza amministrativa, ma sceglie invece le passioni artistiche della madre, specie dopo il divorzio dei due quando ha poco più di vent' anni. Trasferitasi a Roma, transita brevemente per le passerelle dell' alta moda grazie alla sua avvenenza e all' educazione cosmopolita ma i suoi amici amano l' arte, fanno il cinema, cercano i libri e i quadri della nuova Italia che si riapre al mondo. E' Gabriele Ferzetti a presentarla a Michelangelo Antonioni dopo che Madeleine ha fatto comunque il suo esordio in un film a episodi di Alfredo Guarini nel 1953. Il regista di "Cronaca di un amore" scommette immediatamente su di lei facendone una delle protagoniste di "Le amiche" (1955). E' la dolcissima e timida Rosetta Savoni che finirà suicida per amore di un pittore. Potrebbe essere l' inizio di una carriera folgorante, specie dopo la conferma con Antonio Pietrangeli e il suo "Lo scapolo" a fianco di Alberto Sordi. Invece seguirà solo una manciata di film con Bragaglia, Heutsch, Vasile, Paolinelli. Nel 1958 si sposa e lascia il set definitivamente. Sarà poi fotografa di scena, disegnatrice e imprenditrice di moda sull' onda della ventata giovanile degli anni ' 60 (suoi alcuni negozi frequentatissimi nella Roma del boom), ispiratrice di campagne pubblicitarie.
Viaggerà tra Milano e New York, dividerà col nuovo compagno, un aristocratico torinese, la passione per la vela (ha circumnavigato il globo, piccolo record personale). Negli anni ' 70 si ritira in Umbria, sulle colline a sud di Gubbio, e restaura un grande complesso monastico per arti e mestieri scomparsi, aperto ai ragazzi. Il suo ricordo rimane legato a una bellezza estremamente moderna, che già agli esordi aveva una lucidità fuori dal comune per la sua generazione.
"Antonioni cercava una ragazza molto triste - raccontava - e la mia aria svagata e lontana gli sembrò adatta. In quell' epoca se un regista ti dava una parte tu dovevi dargli qualcosa in cambio. Michelangelo invece si dimostrò un gran signore. Per questo lo ricordo anche dopo tanti anni con vero affetto".
A dare la notizia della sua morte l' amico Mattia Baldelli Passeri con il quale aveva scritto nel 2011 un testo dedicato all' eutanasia dal titolo ' Diario di una sonnambula' , rimasto inedito.
Gubbio/Gualdo Tadino
10/04/2020 08:40
Redazione