“Pura ipocrisia, anzi, manipolazione della verità. In sintesi una bufala”.
Così Umbertide cambia definisce l’informazione di un presunto ridimensionamento della Moschea di Umbertide. Non solo. “Si tratta in realtà – afferma il movimento civico - di una concessione dell’Amministrazione, che dal punto di vista tecnico si dice disponibile a rendere agibile solo il piano terra dell’edificio anzichè attendere il completamento dello stesso, peraltro già realizzato anche nella parte superiore. Una soluzione dettata soltanto dalla mancanza di disponibilità economiche da parte dell’Associazione proprietaria dello stabile, non certo frutto di quel “patto” che invece stenta a prendere corpo”. “Premesso che – sottolinea Umbertide cambia - quanto affermato dal Sindaco è esattamente una parte di quanto richiesto dalle opposizioni in Consiglio Comunale, ricevendo regolarmente il voto contrario suo e del PD, quello della Moschea non è un problema di forma o di estetica, ma di sostanza. E la sostanza sta nei fatti, non negli auspici. Ed i fatti riguardano: la verifica dei finanziamenti, ancora non formalizzata, i contenuti del patto di cittadinanza, sconosciuti, il controllo delle presenze al fine di garantire sicurezza, frutto di una disponibilità alla collaborazione con le forze dell’ordine non ancora espressa dall’Associazione che gestisce la struttura, l’apertura di un dialogo con tutte le rappresentanze della comunità islamica, non con una sola, aspetto sul quale l’Amministrazione comunale non ha proferito parola. Dire che “per ora si completerà solo il piano terra” è dunque solo l’ennesima presa in giro. Il progetto è stato e resta autorizzato nel suo complesso, quindi in qualsiasi momento potrà essere completato, magari dopo le prossime elezioni amministrative. Una “furbata” che offende l’intelligenza degli umbertidesi!! Quello della Moschea – ribadisce Umbertide cambia - è un problema nato male e gestito peggio, in primis dalle Amministrazioni comunali. Prima nella segretezza più assoluta, con Giulietti, poi, con Locchi, senza una linea chiara e decisa. Parlare ad esempio di centro culturale ed affermare però, come fa il Sindaco, che la comunità islamica debba disporre di un luogo sufficientemente capiente per contenere i numerosi fedeli significa di fatto sancire, come è noto a tutti, che quel centro è in realtà una Moschea. Al Centro socio culturale San Francesco non vanno i fedeli, ma i cittadini, di tutte le fedi. Ed un luogo di culto in quel terreno non si può costruire”. Umbertide cambia ribadisce la propria posizione.
“Si faccia piena chiarezza. Si dica che quel luogo è una Moschea, si dica pubblicamente da dove provengono i finanziamenti, si stabilisca un protocollo di collaborazione con le forze dell’ordine per garantire controllo e sicurezza, si ragioni pubblicamente e con tutte le culture presenti nella nostra città di una patto di cittadinanza che riprenda i principi contenuti nei nostri ordini del giorno e che riporti la questione sul piano sociale, culturale e costituzionale, quello che interessa di più i cittadini. Ognuno poi è libero di professare, nel rispetto reciproco, la propria religione”.
Città di Castello/Umbertide
22/09/2017 09:04
Redazione