Anna Di Clemente, 32 anni di servizio al S. Maria della Misericordia e 5 anni al S. Giacomo di Roma usava iniziare le lezioni ai medici della scuola di specializzazione di Igiene dicendo ” Ma cosa ci fa un’ architetto in Ospedale?”. Ora che lascia il servizio, fa ricorso all’aneddoto per salutare la direzione generale e i colleghi con i quali ha collaborato durante una lunga carriera, che l’ha vista protagonista di trasformazioni epocali nella gestione del confort dei pazienti ricoverati. “L’interfaccia della mia attività è stata la direzione sanitaria e quelli che una volta erano i primari ed oggi direttori di struttura :siamo passati dall’ospitare o pazienti dalle grandi camere di degenza di Monteluce, che contenevano 6/8 letti, fino agli anni 80, a quelle di 2/4 letti nei decenni successivi – ricorda- .Un cambiamento necessario non solo per l’adeguamento di legge, ma anche per avviare il processo di umanizzazione e confort per i pazienti”. Romana di formazione, l’architetto Di Clemente ha seguito tutte le fasi di trasferimento dell’ospedale da Monteluce al Polo Unico, ed ora che si è in dirittura d’arrivo, con le ultime attività trasferite da Via del Giochetto, esprime sentimenti di orgoglio. “ E’ stata una impresa titanica, perché le difficoltà hanno riguardato non solo le strutture murarie, ma la diversa organizzazione della attività assistenziali . In pratica, da una struttura a padiglioni, come era strutturato il Policlinico, si è passati ad una struttura monoblocco, che ha richiesto una sinergia tra i reparti e i servizi, oltre alla integrazione del personale sanitario”.