"Non facciamoci scippare la domenica dalla logica del mercato ". E' il vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino Domenico Sorrentino ad entrare a gamba tesa sul dibattito, apertosi da tempo, relativo al lavoro domenicale. Lo ha fatto domenica scorsa in occasione della consegna del piano pastorale contenuto nella lettera "Adorate in spirito e verità" avvenuta al termine della celebrazione eucaristica nella cattedrale di San Rufino. Sorrentino ha dapprima definito, secondo il dettame cristiano, cosa è la domenica, ovvero il primo e non l'ultimo giorno della settimana, dies domini , ovvero giorno dedicato al Signore, quindi ha ricordato che se è inevitabile il lavoro per alcune categorie di mestieri dediti al servizio primario della persona, non è giustificabile l'ormai diffuso costume di fare della domenica un giorno di mercato. “Nella nostra assemblea diocesana – scrive il vescovo nella sua lettera pastroale - si è lamentato, a tal proposito, non solo la difficoltà derivante da quanto avviene in ambito commerciale, con l’apertura festiva di tutti gli esercizi, ma anche ciò che si verifica sempre di più nel mondo giovanile, per l’organizzazione di attività sportive in orari che impediscono la partecipazione all’Eucaristia domenicale. Occorre una più acuta coscienza, anche sociale, dell’importanza di questo giorno. Se anche noi cristiani ce lo lasciamo “scippare” da una cultura mercantile che non conosce riposo, se non facciamo resistenza a questo appiattimento del tempo, che corrode il nostro spirito e i nostri rapporti siamo responsabili non solo di un grande decadimento della fede, ma anche di un grande declino dell’umano e della civiltà. Difendendo la domenica, noi operiamo a vantaggio di tutti, per una società più umana, capace di superare il meccanismo della pura funzionalità per aprire spazi di spiritualità, di “vivibilità”, di relazioni fraterne". Sorrentino invita a ricreare le condizioni affinchè la domenica sia uno spazio da dedicare alla famiglia , alla distensione, persino al gioco, entrando dirittto dentro una vertenza che da tempo vede affrontarsi imprenditori e sindacatie che riguarda ormai non più solo la grande distribuzione alimentare, ma anche i tanti negozi dei centri urbani.