I Ceri fuori dalla “rete”, polemica in chiave Unesco

La Festa dei Ceri non fa più parte della rete delle grandi macchine a spalla, il circuito di città italiane (Nola, Sassari, Palmi e Viterbo) con le quali Gubbio aveva da alcuni anni stilato un accordo per la promozione congiunta delle rispettive manifestazioni. La notizia è ufficiale solo da ieri sera, quando al tavolo tecnico, tenutosi presso la Camera dei Deputati in vista di una candidatura del gruppo di città per il riconoscimento tra i beni immateriali dell’Unesco, è stata formalizzata l’esclusione. Per la verità si tratta di una autoesclusione da parte dell’amministrazione comunale eugubina: è stata infatti il sindaco Ercoli nei giorni scorsi a specificare tale decisione con una lettera al coordinamento delle altre città, con la quale di fatto Gubbio si tirava fuori dalla rete. La nostra città infatti ha deciso di presentare una candidatura autonoma con la Festa dei Ceri per il riconoscimento formale dell’Unesco. Da qui l’inevitabile divorzio con la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, i Gigli di Nola, la Varia di Palmi e i Candelieri di Sassari. Una decisione che era maturata in seno all’amministrazione eugubina nei mesi scorsi a seguito di iniziative e decisioni assunte anche in sede consiliare. Per un pizzico di cronistoria, risale ad una delibera del 2004 il sì all’unanimità dell’assise eugubina all’avvio dei contatti istituzionali per la candidatura della Festa dei Ceri all’UNESCO; in seguito a quella decisione è stato siglato nel luglio del 2006 il protocollo d’intesa che vedeva la città di Gubbio unirsi in una “Rete delle grandi macchine da spalla italiane” con la laziale Viterbo, la campana Nola, la siciliana Palmi, e i sardi di Sassari, intesa sottoscritta anche perché la coalizione rendeva la posizione più forte e vicina ad un riconoscimento ufficiale dall’Unesco. Ma già il 19 aprile 2010 in una riunione presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono state illustrate le modalità e le procedure per ottenere l'inserimento nella lista, poi approvate il 5 luglio dal Consiglio Comunale eugubino. Un Convegno organizzato il 9 luglio scorso alla sala consiliare del comune, cui ha presenziato Luciana Mariotti del Ministero per i beni e le Attività culturali, ha rappresentato il punto di non ritorno, ovvero la decisione di fare corsa solitaria. Ieri la formalizzazione della separazione, tutt’altro che consensuale però. Raggiunta telefonicamente, Patrizia Nardi, coordinatrice della Rete, ha dichiarato che la Città di Gubbio negli ultimi tempi avrebbe assunto un atteggiamento ambiguo nei confronti delle altre città, scegliendo da un lato di restare nel progetto, insieme a Nola, Palmi, Sassari e Viterbo, e dall’altro, lavorando contestualmente ad una candidatura singola. Un comportamento in contrasto – secondo i firmatari - con il protocollo siglato nel 2006 tra le città interessate e che in base all’art. 5 ne prevede l’esclusione. Da oggi Viterbo, Palmi, Nola e Sassari non sono più “alleati” con Gubbio per la corsa al riconoscimento Unesco. Anzi presumibilmente diventeranno concorrenti.