Riscoprire “L’oro di Gubbio”, come lo ha battezzato con efficacia l’amministrazione comunale cittadina: quel patrimonio di storia, natura e architettura, saperi e spiritualità che rende il territorio eugubino un giacimento di ricchezze ineguagliabile, impostando un nuovo modello di sviluppo che poggi le basi su cultura, memoria, modernità e relazione. È il percorso intrapreso dalla comunità di Gubbio, ora che i vecchi schemi produttivi sono stati messi in crisi dai profondi mutamenti sociali ed economici che ha caratterizzato gli anni a cavallo tra XX e XXI secolo.
Un processo che è stato illustrato nello studio dell’istituto di ricerca Aaster, incaricato da Conad di condurre un momento di ascolto sulla comunità locale eugubina per comprendere i fenomeni che la attraversano in questi tempi di profondo cambiamento.
Lo studio viene presentato oggi, venerdì 9 giugno alle 17, nel corso dell’incontro “Fare Comunità nella Comunità di Gubbio”, presso la Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio, in Piazza Grande 9, evento che si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Conad Il Grande Viaggio Insieme.
Con Aldo Bonomi (nella foto) direttore del Consorzio Aaster e coordinati dalla giornalista Marianna Aprile ci saranno il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati, il presidente di LC3 Trasporti Michele Ambrogi, il presidente di Tecla Costruzioni in Legno Franco Giacometti, il presidente di Confcommercio Gubbio Lucio Lupini, il presidente di Fertitecnica Colfiorito Ivano Mattioni, il direttore della Caritas Diocesana Don Roberto Revelant, il direttore della Sartoria Eugubina Rudy Severini e Francesco Pugliese, amministratore delegato Conad.
La città di Gubbio, come gran parte del territorio che incrocia le Marche, ha conosciuto negli ultimi vent’anni gli effetti della crisi dell’economia industriale, che ha avuto le sue massime espressioni nel ridimensionamento del gruppo Merloni e delle cementerie storiche della città. Se il vecchio modello di sviluppo fatto di manifattura, pubblico impiego, artigianato e agricoltura aveva garantito benessere e coesione sociale, negli ultimi anni si è andato sgretolando sotto i colpi del cambiamento, ridisegnando identità, vocazioni e assetto demografico. Nella fotografia scattata da Aaster, Gubbio appare oggi una città “con un tessuto socio-economico stabile, solido, ma con delle difficoltà importanti legate al declino demografico e alla scarsa duttilità del tessuto produttivo.
La comunità eugubina, sottolinea l’istituto di ricerca, è chiamata “a una rigenerazione che metta in valore i tanti asset – la cultura, il paesaggio, il patrimonio, le tradizioni, il folklore, la spiritualità declinata e diffusa, un’agricoltura che incorpora i valori del paesaggio e della green economy – per definire una narrazione nuova, quella dell’oro di Gubbio’”.
I germi da cui sta nascendo questo nuovo modello di sviluppo sono i tratti fondanti della moderna comunità eugubina. Primi tra tutti il senso di appartenenza e la vocazione all’inclusione, che si manifestano attraverso una forte presenza dell’associazionismo, del volontariato, del terzo settore, della Chiesa. Non solo. Oggi - nota Aaster - Gubbio è anche una città aperta, che custodisce le tradizioni, ma si affaccia alle nuove economie, e ha tessuto una rete di rapporti e connessioni con il mondo dell’università e della ricerca. E dove è evidente la volontà, da parte dei privati e delle istituzioni, di trovare strategie condivise per valorizzare asset come il turismo, intercettando nuovi pubblici, o come l’agricoltura di qualità, che oggi dialoga con la ristorazione, la trasformazione e la distribuzione.
Una “rigenerazione economica” che si manifesta attraverso l’accompagnamento alle startup e la valorizzazione dei distretti storici, il sostegno all’innovazione e ai vecchi saperi. Nonostante le difficoltà, conclude Aaster “la città appare consapevole e lucida, alla ricerca di opportunità, determinata a sviluppare e affrontare con la partecipazione di tutti gli attori sociali questa complessa e sfidante transizione”.
Gubbio/Gualdo Tadino
09/06/2017 13:18
Redazione