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Gubbio, ricognizione sul corpo di S.Giovanni da Lodi, nel nono centenario dalla morte

Gubbio, ricognizione sul corpo di S.Giovanni da Lodi, nel nono centenario dalla morte: l'operazione è iniziata in Cattedrale dove si conserva il corpo ed è proseguita all'ospedale eugubino. Quest'anno ricorre il nono centenario della morte.
Si è svolta ieri la ricognizione delle spoglie di San Giovanni da Lodi, il vescovo di Gubbio vissuto a cavallo tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, di cui proprio nella Cattedrale eugubina si conserva il corpo. In occasione del nono centenario dalla morte, la Chiesa eugubina ha organizzato una serie di celebrazioni in onore del santo monaco e vescovo che per primo scoprì e valorizzò la fede del patrono di Gubbio, Sant’Ubaldo. Alla presenza dell’attuale vescovo eugubino, mons. Mario Ceccobelli, e dell’emerito mons. Pietro Bottaccioli è stata aperta l’urna collocata sotto uno degli altari laterali a sinistra della navata unica del duomo. Circa una ventina i presenti, tra i quali sacerdoti e diaconi della diocesi di Gubbio, personale medico e paramedico, addetti alla documentazione dell’evento. Tutti coordinati da don Pietro Vispi, direttore del Tribunale ecclesiastico diocesano e delegato del Vescovo per le operazioni di ricognizione sulle spoglie del santo. Le immagini sull'operazione svolta in Cattedrale andranno in onda oggi su TRG (nel Trg Giorno e nel Trg Sera). Il corpo del santo vescovo è stato sottoposto a esami diagnostici di natura radiologica presso l’ospedale civile di Gubbio, dove la reliquia è stata trasportata grazie a un’ambulanza del comitato eugubino della Croce rossa italiana. Ora si attende il responso dell’equipe medica, che nei prossimi giorni fornirà i dettagli dei vari esami effettuati. Subito dopo le spoglie sono state riportate in duomo. Il corpo di San Giovanni da Lodi è stato trovato in ottime condizioni di conservazione, proprio come documentato nella precedente ricognizione del 1906. A un secolo fa risalgono vesti e paramenti sacri indossati dal santo vescovo. Dalla mitria donata da tale Angelus Marinelli (come scritto sullo stesso copricapo), alla pianeta e alle vesti confezionati o donati da altri fedeli e devoti concittadini, fino ai calzari, donati da don Giuseppe Cellerari, parroco di Nerbisci. Tra gli indumenti, tutti di pregevole fattura e finemente ricamati, c’era anche la lunga veste bianca, tipica prerogativa dei prelati monaci avellaniti. San Giovanni da Lodi nacque nell’antica Laus Pompeia, in quella che oggi è la Lombardia. Nel 1059 il Papa inviò a Milano il celebre monaco San Pier Damiani, cardinale e vescovo di Ostia, per risolvere alcune questioni. Sembra che proprio nell’ultima tappa verso Mediolanum il santo fece una sosta a Lodi Vecchio, dove probabilmente conobbe Giovanni. Quest’ultimo, non molto tempo dopo entrò nel monastero camaldolese di Fonte Avellana, alle pendici del Monte Catria, dove anche San Pier Damiani, con il consenso del pontefice, si ritirò per riprendere la vita eremitica. Giovanni, eremita esemplare, ricevette ben presto l’ordinazione presbiterale: viveva in una celletta vicina alla chiesa, proprio come già faceva nella sua città. Era solito fare digiuni, continue penitenze e camminare scalzo anche d’inverno. Uomo di grande preghiera, appena terminate le orazioni si cimentava al lavoro manuale con grande impegno. Allo scrittoio lavorava di suo pugno i testi e divenne un eccellente amanuense. L’antica cultura, unita alla nuova abilità di trascrittore, gli guadagnò ben presto la fiducia dei confratelli. Diventa correttore anche dei codici copiati dagli altri monaci e in seguito supervisore di tutti i libri e manoscritti prodotti nell’eremo. San Pier Damiani, solito far rileggere i propri scritti ad alcuni abati e vescovi suoi amici, non appena si accorse dell’erudizione e della preparazione di Giovanni, gli domandò di correggere la sua corrispondenza e di fargli da segretario. Morto il grande santo, il fedele discepolo ne scrisse la biografia e ne raccolse nella “Collectanea” i commenti biblici. Tra il 1082 ed il 1084 divenne priore e un secondo mandato gli venne affidato dal 1100 al 1101, in un terribile periodo di carestia che colpì l’Italia intera. Giovanni si dedicò completamente ai poveri che bussavano all’eremo. Nel 1104, Giovanni fu eletto vescovo di Gubbio e ricevette dunque la consacrazione episcopale. Muore purtroppo dopo pochi mesi, il 7 settembre 1105, circondato dall’affetto del popolo eugubino. Secondo la tradizione, nota fino a qualche anno fa, avrebbe avuto un’età di oltre 80 anni. Ma recenti studi sembrano posticipare di una ventina d’anni la data della sua nascita, collocata quindi intorno al 1040. Dunque, San Giovanni da Lodi sarebbe morto a circa 65 anni. Per le prossime settimane sono fissate vari momenti di celebrazione del nono centenario dalla morte del santo vescovo, nelle varie zone della diocesi eugubina.
Gubbio/Gualdo Tadino
29/07/2006 11:04
Redazione
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