Una nuova straordinaria giornata di spontaneità ha chiuso la lunga parentesi ceraiola del 2017 con la Festa dei Ceri piccoli, capitolo conclusivo del lungo mese di feste legate ai riti Ubaldiani a Gubbio.
Protagonisti per un giorno i più piccoli ceraioli (dai 6 ai 14 anni) che hanno ripercorso le stesse tappe del 15 maggio, dalla sveglia dei tamburini alle ore 6 fino alla processione dei santi tornati dal monte Ingino, una volta conclusa la corsa, in serata. Con un spirito improntato alla continuità e in parte all'emulazione dei più grande, ma con l'innocenza e la spontaneità dell'età giovanissima, sgravata dunque dalle malizie e dalle contraddizioni cui spesso è sottoposta la Festa dei Ceri.
Ed è stata una giornata speciale per i protagonisti di questa edizione dei Ceri piccoli. A partire dai due capitani, Carlo Alberto Colaiacovo e Michele Bagnoli, l'alfiere Luca Valentini e il trombettiere Giovanni Panfili. Giornata di grandi emozioni anche per i capodieci, Antonio Rossi per Sant'Ubaldo, Giordano Angeletti per San Giorgio e Giovanni Marinelli Andreoli per Sant'Antonio.
Un sole torrido ha accompagnato l'intera giornata sottoponendo i piccoli ceraioli ad uno sforzo ulteriore, soprattutto durante la sfilata che ha preceduto l'alzata in piazza grande, e poi durante la mostra nelle ore più calde della giornata.
Splendido l'impatto cromatico di Piazza Grande per l'alzata dei ceretti, che si sono fatti largo prepotentemente tra la folla.
Nel pomeriggio la vorticosa corsa a partire dalla Callata dei Neri, con diverse incertezze come nella consuetudine di questa festa, ma non da scoraggiare i giovanissimi ceraioli. Peccato che a causarle, come nel caso della Callata, siano stati i più grandi che anziché lasciare spazio ai giovani ceraioli non perdono occasione per cercare falsi protagonismi correndo davanti ai ceri o intralciando, soprattutto quando si tratta di genitori, il normale svolgimento della corsa. Scene che andrebbero sempre più stigmatizzate e che si spera i più piccoli non prendano da esempio.
Questione toccata anche dal cappellano dei ceri, don Mirko Orsini durante l'omelia finale alla chiesetta dei Muratori. Prima ancora, il sacerdote aveva abbracciato uno ad uno capodieci e capocetta di fronte all'urna del Patrono complimentandosi a nome di tutti, per la splendida giornata che li ha visti felici protagonisti e interpreti di autentico spirito ceraiolo.
Tra i momenti più significativi e appassionanti della giornata, sicuramente l'ascesa al monte e l'arrivo in Basilica con tutti tre i ceri ad omaggiare insieme il Patrono nel chiostro. L'ennesima "lezione" di spirito ceraiolo e vera devozione al Patrono che i più piccoli hanno riservato a quegli adulti ostinati a tradurre mere consuetudini in tradizioni inamovibili, con buona pace dello spirito di riconciliazione Ubaldiano. La speranza, soprattutto per la Festa dei Ceri, è che questi giovanissimi ceraioli mantengano tale spirito anche nei prossimi anni.
Gubbio/Gualdo Tadino
02/06/2017 20:38
Redazione