"Da oltre 30 anni, quote sempre maggiori di ricchezza regionale sono gestite attraverso le società ‘controllate’, come segnala la sezione regionale della Corte dei Conti nella relazione riguardante il ‘referto sui piani di razionalizzazione delle società partecipate da enti pubblici aventi sede in Umbria’.
“Dal documento emerge che, tramite risorse economiche pubbliche, sono state create società di capitali esterne, che hanno occupato il campo dell’economia regionale in vari settori” – afferma il parlamentare del M5S, Filippo Gallinella. “Alla sezione dell’Umbria sono pervenuti complessivamente 93 piani di razionalizzazione, predisposti in attuazione della legge n. 190 del 2014. Nello specifico, sono investiti la Regione, le due Province, quasi tutti i comuni del territorio, l’Università degli Studi di Perugia e le Camere di Commercio. Dall’insieme dei dati acquisiti dalla Corte dei Conti, emerge che gli stessi Enti vantano partecipazioni dirette in 108 società” – continua Gallinella. Solo per fare alcuni esempi, è interessante leggere nella relazione quali partecipate deve mantenere e dismettere la Regione Umbria e la relativa quota di partecipazione sui quali la sezione rileva diverse criticità, come l’omessa verifica della congruità di finanziamenti alle società partecipate e del raggiungimento dei risultati. Per i Comuni di Perugia e Terni, emerge che il mantenimento delle società non è sempre corroborata da considerazioni sull’indispensabilità della partecipazione e spunta l’omessa verifica della congruità di eventuali finanziamenti alla società partecipata e il raggiungimento dei risultati. Considerazioni analoghe per gli altri comuni umbri, mentre per la CCIAA di Perugia, si legge che il piano non tiene conto di alcune partecipazioni indirette nella Sviluppumbria S.p.A., nonché l’omessa evidenziazione dei rapporti di debito-credito con le partecipate. Per la CCIAA di Terni, pesa l’assenza di informazioni circa la presenza di amministratori in numero superiore a quello dei dipendenti” – chiosa il pentastellato. “In ultimo, la Corte dei Conti segnala che ‘per l’Università di Perugia, l’azione sui risultati conseguiti è inadeguata in quanto manca l’indicazione dei tempi, modi ed effetti economici degli interventi da attuare’. Da tutto ciò si evince che non c’è coinvolgimento popolare nella guida, nelle responsabilità e nei benefici di questa azione economica. A rimetterci, come sempre, sono i cittadini che insieme ad una parte degli Enti non partecipano più alla gestione del proprio territorio, ormai appannaggio dei privati. E’ necessario – conclude il deputato 5Stelle Gallinella – mettere persone competenti al posto giusto e, soprattutto, è di fondamentale importanza che il pubblico torni al servizio dei cittadini: anche per questo occorre dire no a spinte liberiste, riprendendo in mano le redini del Paese”.
Perugia
13/01/2017 11:12
Redazione