Piccolo non sempre è bello, perchè in maniera inversamente proporzionale alle dimensiono, a volte piccolo vuol dire più costoso . Lo afferma Cna Umbria che, insieme al Centro studi Sintesi, ha presentato con il suo direttore Roberto Giannangeli ( nella foto ) uno studio sui Comuni della regione ipotizzando i benefici che si trarrebbero in un'ipotesi di fusione dei centri minori.
L'Umbria ha oggi 92 Comuni, di cui due su tre hanno meno di 5000 abitanti, mentre la metà hanno meno di 3000 abitanti. Lo studio ha dimostrato che proprio le realtà più piccole in questi ultimi sei anni hanno sofferto di più della diminuzione dei trasferimenti statali, perchè se i medi e grandi Comuni hanno risposto contraendo la spesa corrente, i piccoli l'hanno vista aumentare in media del 5%. E nella cantena dei conti pubblici, una spesa che aumenta deve essere sanata da maggiori entrate locali , ovvero da un aumento della pressione fiscale che nei Comuni più piccoli è di 739 euro procapite, mentre nella fascia 5-10mila abitanti si ha il dato più contenuto con 623 euro procapite. Questa analisi, unita al fatto che lo Stato ha previsto incentivi per i Comuni piccoli che si fondono, con un bonus che in media nei nuovi Comuni sarebbe di 82 euro per abitante per 10 anni , ha convinto Cna a presentare la sua proposta alle istituzioni regionali , ovvero passare dagli attuali 92 Comuni a 30 secondo una mappa che ha tenuto conto del territorio come anche dei servizi attualmente condivisi. Esclusi i comuni di Perugia, Terni, Spoleto, Gubbio per estensione e Castiglione del Lago e San Giustino legati anche alla vicina regioane Toscana, la mappa racconta di un Umbria dove partendo da nord Città di castllo ingloberebbe Citerna e Monte Santa Maria Tiberina, Umbertide si unirebbe a Pietralunga, Montone e Lisciano Niccone, Da Scheggia fino a Fossato di Vico sarebbe un unico Comune, Gualdo Tadino andrebbe con Nocera Umbra , Foligno prenderebbe con sè Sellano e Valtopina, Valnerina tutta insieme, Bevagna Cannara e Spello sarebbero un unico corpo, mentre Assisi ingloberebbe Valfabbrica. Montefalco con Casteritaldi, Bastia Umbra con Bettona, Torgiano con Deruta, Corciano – Magione, Città della Pieve insieme a Paciano, Panicale e Piegaro, i Comuni dle lago eccetto Castiglione tutti insieme per poi prosgeuire con gli accorpamenti anche nel ternano. Conti alla mano le fusioni porterebbe trasferimenti statali come incentivo non indifferenti Mediamente parliamo di un incremento dei trasferimenti da 1,5 a 2 milioni all’anno per dieci anni. Risorse che, sempre in media, potrebbero consentire di abbattere del 12% la pressione fiscale o incrementare del 26% gli investimenti pubblici nel territorio. In tal modo si potrebbero recuperare in un solo anno oltre la metà dei trasferimenti ai comuni tagliati nel periodo 2010-2016.
Va ricordato che già adesso il Governo ha obbligato i municipi più piccoli a passare ad una gestione associata delle funzioni entro la fine del 2017 tramite convenzioni, oppure dando vita alle unioni o alle fusioni dei Comuni stessi. In realtà le unioni , avverte Cna, avrebbero lo svantaggio di portare alla costituzione di un ulteriore ente rispetto a quelli già esistenti, mentre le fusioni porterebbero alla loro riduzione e agli incentivi conseguenti”.
Gubbio/Gualdo Tadino
21/02/2017 08:22
Redazione