In barca, fianco a fianco. Si puo' combattere anche cosi' il tumore e diventare, nello stesso tempo, testimonianza concreta della vita che rinasce e vince sulla malattia. E' quanto fanno le Tiber Dragon Lady: oltre 20 donne, operate di patologie oncologiche (tumore al seno). Il sogno e' diventato realta' stamani, con la firma del protocollo d'intesa che ha dato il via al primo progetto sperimentale del Dragon Boat (una barca di grandi dimensioni con la testa e la coda di drago, per venti persone) una pratica innovativa per la riabilitazione. L'evento vede in prima linea il Canoa Club Citta' di Castello, guidato dal presidente Sandro Paoloni, insieme all'Aacc (Associazione Altotevere contro il cancro) con il presidente Italo Cesarotti Il documento firmato - riferisce una nota dei promotori - permettera' di "integrare e continuare un percorso riabilitativo nell'attivita' fisica di gruppo assistita e confacente alle esigenze di recupero e mantenimento delle donne operate al seno o soggetti equipollenti". "Con l'avvento del Dragone - afferma il presidente del Canoa Club Citta' di Castello - uno sport individuale come la canoa, diventa un gioco di squadra: un cambio epocale". Italo Cesarotti ha parlato dell'importanza di questa attivita' per il recupero fisico e morale delle donne. L'assessore regionale all'ambiente, Fernanda Cecchini, dopo aver ricordato gli interventi realizzati lungo il Tevere si e' soffermata sul protocollo d'intesa. "Il documento - ha spiegato, sempre secondo quanto si legge nella nota - e' gia' stato portato in giunta ed e' stata firmata anche la delibera. Siamo fra le prime esperienze che concretamente mettono in acqua la barca". "Ci avete fatto vivere momenti emozionanti di sport vero", ha detto il presidente regionale del Coni Domenico Ignozza, spiegando che "il Coni e' vicino a questo progetto".