L'idea di un loro partito non e', neanche lontanamente, sul tappeto. I cattolici, pero', nella societa' e nella politica italiane, "vogliono contare di piu'".
A gettare il sasso nello stagno, in un'intervista a Repubblica, e' il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Citta' della Pieve e da due mesi presidente della Cei, che riapre cosi' il dibattito sulla presenza in politica dei cattolici, i quali oggi, dispersi nei vari partiti e movimenti, fanno fatica a trovare un loro ruolo e un loro peso specifico. "Non sono un politico e, del resto, la Chiesa non e' partito; soprattutto, mai deve 'essere ossessionata dal potere'", osserva Bassetti, ma "senza dubbio" oggi "tra cattolici si percepisce un bisogno, che a volte e' un'aspettativa, di una nuova rappresentanza del mondo cattolico". "A me sembra che, nel vissuto quotidiano degli italiani, i cattolici siano estremamente presenti.
La Chiesa italiana nonostante non sia piu' quella di un tempo e' ancora una Chiesa viva e radicata sul territorio", "semmai tutte queste attivita' del mondo cattolico non sono visibili nei media", dice il porporato che, primo votato dai vescovi per la terna di candidati, e' stato scelto da papa Francesco per guidare la Cei. Ed e' su questo "contare di piu'" che, ormai definitivamente in archivio l'"era Ruini" dell'intervento diretto della Chiesa e tramontate le iniziative alla "Todi due" sulla gestazione di un partito cattolico, le interpretazioni si moltiplicano. Mentre i politici cattolici faticano a imporre una linea, come si e' visto sulle unioni civili (deludendo anche l'agguerrito "popolo della famiglia" che non ha apprezzato neppure il disimpegno dei vescovi, in linea con il non interventismo di Bergoglio) e, piu' recentemente, nel dibattito sul "fine vita", ci s'interroga su come assumere un'agenda che indichi priorita' e prospettive all'azione parlamentare. Si tratta anche di rispondere all'appello che il 30 aprile, appena tornato dall'Egitto (dove pure aveva tuonato contro i "populismi demagogici"), il Papa pronuncio' nell'udienza all'Azione Cattolica, invitando i cattolici a entrate in politica, ma "nella grande politica", quella "con la maiuscola". Niente a che vedere, comunque, con l'idea di un loro partito, che per Francesco - disse ancora di ritorno dall'Egitto - e' roba "del secolo scorso". A Bassetti - che piu' volte ha fatto suo il richiamo del Papa e che per l'Italia vede "tre grandi 'priorita' irrinunciabili': il lavoro, la famiglia e i migranti" - oggi replicano in diversi. Secondo il leader di Ap, Angelino Alfano, "le parole del cardinale Bassetti devono trovare accoglienza soprattutto presso quei cattolici impegnati in prima linea nelle istituzioni o in politica". I cattolici - ha aggiunto il ministro degli Esteri "sono ovunque, nei partiti, nella macchina dello Stato, nelle rappresentanze della societa' civile e, da questi fronti, la loro voce puo' essere fortissima" Per Giorgio Merlo della direzione nazionale Pd, Bassetti "coglie nel segno": mentre "e' del tutto singolare" che in Italia "non possa decollare un movimento politico di ispirazione cristiana", il monito del presidente Cei "non puo' e non deve lasciare indifferenti i cattolici democratici e i cattolici popolari. E' arrivato il momento che battano un colpo". Commenta "positivamente" anche il Pd Ernesto Preziosi, secondo cui "dovremmo alzare il tono, non fare piu' azioni di rincorsa, dovremmo prendere noi certo un molti l'iniziativa", con "una grande presenza sui temi di fondo" piu' che con "un partito-nicchia del 3%". L'altro deputato Edoardo Patriarca rivendica invece che, col reddito di inclusione, "come Cattolici del Pd in Parlamento abbiamo lavorato affinche' sia dato un colpo alle disuguaglianze". Il presidente nazionale dell'Udc Antonio De Poli, infine, auspica che l'appello di Bassetti "non rimanga inascoltato. Al contrario, venga accolto con generosita' e senso di responsabilita'".
Perugia
31/07/2017 08:11
Redazione